Trasporto opere d'arte

Siamo alla Biennale. Con il trasporto di opere d’arte.

admin traslochi Venezia

Bella, Venezia è proprio bella. Non c’è terreno migliore per far crescere l’arte. San Marco, l’Accademia di Belle Arti, i dipinti, le sculture, se non ci siete mai stati, ve la consiglio. Una città sull’acqua, ricca di opere, è proprio un bel vedere.

Da sempre, Venezia, è una delle nostre nostre sedi operative e quest’anno ci è toccato allestire parte di questa location suggestiva: la Biennale di Venezia.

Dopo esserci aggiudicati la commessa per il trasporto di opere d’arte, circa 1.000 metri cubi, ci siamo organizzati calcolando il minimo dettaglio, spazi, tempi, il turnover delle squadre specializzate. A regola d’arte, appunto. Ma si sa, per quanto possa essere preciso e studiato a tavolino, ogni trasloco ha le sue peculiarità e le sue problematiche, che non possono essere previste.

Questa volta ne siamo stati ancora più consapevoli. Per ogni opera gli imballi sono stati realizzati su misura, con materiali e tecniche speciali. Il trasporto, come siamo soliti fare, è avvenuto con il massimo della sicurezza, infatti i sistemi e le tecniche utilizzate hanno fatto “scivolare” anche i capolavori più imponenti. Una volta a destinazione, l’allestimento delle sale è avvenuto secondo quanto previsto dalla committenza.

È stato un lavoro molto attento che non prevedeva il minimo sbaglio. Le nostre squadre specializzate, i fornitori, le esigenze del committente, tutto è stato coordinato e rispettato come stabilito.

Però, come dicevo qualche riga su, “ogni trasloco ha le sue specifiche” e questo caso non ha fatto eccezione. E così, mentre gli spazi cominciavano a prendere forma, rivestire i panni dell’imprevisto è toccato al trasporto di un’opera d’arte, lunga più di 3 metri e pesante più di tre quintali.

Destinazione: padiglione Giappone. Per accedere alla sala espositiva c’era una sola entrata che contava 8 gradini. Sembrerà assurdo, ma posso dirvi che arrivare al 12° piano di un appartamento è molto più semplice. Per farla breve, per quei 108 cm di altezza abbiamo fatto appello alla creatività, che nel nostro mestiere si chiama problem solving. Concordo con chi dice che l’atto creativo nasce da uno stato di necessità.

Così, in poche ore di lavoro, abbiamo costruito un piano inclinato in legno e acciaio, che ha facilitato la movimentazione dell’opera; con una tecnica simile a quella usata – secondo alcuni – dagli antichi egizi nella costruzione delle piramidi.

Risultato raggiunto. Alla fine tutto è andato per il meglio. Trasloco riuscito nei tempi e modi stabiliti, committente soddisfatto e noi di Traslochi Express nuovamente sui blocchi di partenza.

 

Giampaolo Bertaggia

Traslochi Express